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Uno.doc

prima lezione: impara a scaricare. È lunedì e L'ho lasciato. Son stanca e carica come una motosega. Il disordine interiore mi percuote perciò scarico il peso della coscienza e mi concentro sul movimento.

Ecco i compagni! La risultante d’intensità, verso e direzione, in tre; due, le grandezze scalari; un’amica, Rossana ed il fisico, Angolo Vettori.

Il punto d’azione è lo sguardo attento dell’istruttore, atletico e tranquillo. Sorride alle prime nozioni sull’attrezzatura. Poi i concetti: non attaccarsi con forza ma lasciar cadere il peso colle braccia stese; le caviglie morbidamente flesse, come le ginocchia.

Piegando il corpo ad arco, la testa conosce il bacino ed il carico si sposta. Il viaggio sarà nella direzione opposta. Un leggero moto altalenante per spronare la spinta. Con un piede perpendicolare alla parete e formando un angolo col culo a mo’ di vertice, si ficca il tallone.

Tre i fondamentali luoghi di sostegno :A Col peso sul nuovo appoggio si riprende la posizione. Sotto la punta dei piedi, appoggiati. Il giovane mi taccia. So tutte le risposte. Si fa curioso e propone un passaggio degno di un ri-guardo. Abbassandoci al tornante dorsale, stendiamo le braccia. Non per raggiungere qualcosa, piuttosto alla ricerca dell’equilibrio, che si trova giusto nell’antro… ma dove? E si sposta… come? Devo carpire le funzioni di Vettori: per la razionalità del movimento e dei pensieri.

Vita immediata, contrapposizioni ergonomiche, via e vai. Lo sguardo a mete ambite mi preme: questo è solo l’inizio.

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