Attrezzata con molta pazienza dopo alcune calate di ricognizione la linea, a differenza di quasi tutte le vie della parete, è sempre molto diretta e passa tra "Margherita va da Dolcino" e "Macarena"; il secondo tiro interseca infatti il passaggio originale di quest'ultima, spostata poi durante la prima richiodatura decisamente più a destra, per via di un crollo nella prima parte del diedro.
Su "Settebello" l'arrampicata risulta sempre tecnica, su roccia ottima, articolata fra placche verticali a tacche e buchi; la chiodatura a fix inox da 10mm non è distanziata ma l'obbligatorio è... obbligatorio: i passi da spit a spit bisogna sempre farli! Se vi tenete sul 6c e non soffrite lo stare appesi in parete, questa è la via adatta a voi!!
La discesa si effettua in doppia lungo la via, su soste attrezzate per le calate; prestare attenzione sul tiro dei due tetti, scendendo risulta utile passare la corda negli spit.
Ecco la scheda tecnica di “Settebello”:
140m, 7a (6c obbl)/S1/II
Materiale occorrente: 1 corda da 70m, 15 rinvii
L1: 3c L2: 5c L3: 6c/7a L4: 7a+ L5: 6c L6: 6b L7: 5a
Dopo i primi due tiri in comune con "Eretica e Macarena" rispettivamente 3c e 5c si arriva su una comoda cengia dove parte la via; il primo tiro sale un placca verticale seguendo una piccola fessura e successivamente un muretto leggermente in diagonale verso destra (6c/7a) fino alla S1. Il secondo tiro parte con il superamento di un piccolo tetto, per proseguire poi su una placca verticale su buone tacche fino a un altro piccolo tettino appena sotto la S2 (7a+). Il terzo tiro si articola su roccia fantastica, a concrezioni e buchi su un muro sempre verticale (6c) fino a S3. Il quarto tiro è molto simile al precedente ma le prese sono più grosse (6b) e nella seconda parte la placca è anche leggermente appoggiata (S4). Il quinto e ultimo tiro è un facile pilastrino (5a) sempre con ottime prese fino a S5. Possibilità al penultimo spit di spostarsi verso destra seguendo un facile diedro appoggiato e uscire in cima alla parete proteggendosi su vecchi spit.
]]>In questo autunno appena trascorso, mite e asciutto come non mai, sono apparsi nuovi e interessanti itinerari sulla Parete Calva, per mano del collaudato gruppo costituito da Marcolino Cunaccia,Walter Grober, Martino Moretti e Andrea Tamilla.
Dopo alcuni sopralluoghi ripetuti nel tempo, nell'ottobre 2015 i nostri riescono a vincere e superare gli aggettanti strapiombi situati all'estremità destra del versante sud-ovest della Calva. Nasce così “Nella mente di Dolcino” una via impegnativa, tecnica, atletica e molto suggestiva.
Gli stessi si sono poi spostati sul versante sud-est (quello ben visibile dalla statale della Valsesia per intenderci) dove è presente l'itinerario “Ohana”: proprio a sinistra di quest'ultimo, su delle placche compatte a tacche solcate da alcune fessure, sale la nuova via “Troppo coglione per essere vero”, più esigente della precedente e con chiodatura più distanziata.
Entrambi gli itinerari sono stati aperti dal basso con l'ausilio di nuts e friends, e chiodati a fix inox da 10mm. Per una ripetizione sono necessarie due corde da 60m, 10 rinvii e una serie di friends. L'accesso e tutte le informazioni utili sulla parete Calva, le potete trovare sulla nuova guida “Valsesia Rock” diVersante Sud.
“NELLA MENTE DI DOLCINO”
M. Cunaccia, M. Moretti, A. Tamilla, W. Grober
Aperta dal basso Maggio-Ottobre 2015
240m
7b (6b+ obbl. - 2 passi A0 su L6) RS1/II
Materiale necessario: 2 corde da 60m, friends 0.5, 3 BD, 10 rinvii.
Via che va a superare, nella parte più logica, i grandi strapiombi della “testa di Dolcino”. L'esposizione è favolosa: soprattutto nei quattro tiri centrali, la parete strapiomba di oltre venti metri! Roccia sempre eccellente, a parte alcuni tratti del grande strapiombo del sesto tiro, dove sono presenti alcune scaglie superficiali.
Chiodatura ottima a fix inox da 10mm; i friends diventano necessari sulla L5 e sulla L7. Dalla S6 in poi, la discesa è abbastanza problematica.
Percorsa l'ultima lunghezza, salire per facili roccette fino al bosco sommitale del “Pian dei Gazzari”. Spostarsi quindi più a sinistra per reperire le doppie di “Macarena”; la prima calata si effettua da un grosso faggio.
“TROPPO COGLIONE PER ESSERE VERO”
M. Cunaccia, A. Tamilla, M. Moretti
Aperta dal basso Novembre 2015
180m
6c+ (6b/c obbl.) RS2/II
Materiale necessario: 2 corde da 60m, 1 serie di friends fino al 3 BD, 8 rinvii.
Ultima nata sul versante sud-est della parete Calva, supera le placche compatte a sinistra di “Ohana”. Via molto logica su roccia sempre ottima a tacche e fessure. Chiodatura più esigente ed obbligatoria, mai pericolosa.
Indispensabile una serie di friend fino al 3 BD.
Discesa in doppia sulla via.
Relazioni delle vie ad opera della GA Marco Cunaccia, Lyskamm 4000, Alagna Valsesia.
]]>Vi avevamo lasciato con i tiri consigliati di grado 6 e avevamo promesso di allenarci per parlarvi dei tiri di grado 7... ebbene. il livello è regredito, la massa corporea è aumentata, proporzionalmente alla nostra passione verticale: quindi siamo sovrappeso!! Se la panza avanza, la placca regna sovrana. E in Valsesia tiri su inclinazioni appoggiate di certo non mancano. Avvalendoci della nostra conoscenza delle falesie della zona ed escludendo quelle più selettive, ecco quelli che abbiamo scelto per voi.
Andiamo per ordine: bassa Valsesia, falesie di "Ara", "Badia" e "Laghetto", sono le classiche della zona, che non hanno bisogno di presentazioni, comode in inverno e nelle mezze stagioni.
Dietro, 5c un piacevole diedro tecnico che stimola l'arrampicata di precisione sui piedi. Si parte con una sbracciata, seguita da una bella divaricata e poi precisione nello spostamento delle "protuberanze terminali delle vostre gambe" fino in catena!!
Apriamo subito una parentesi in questo elenco: le tre vie di quarto grado esistenti, La Mamma, Titti e CTQDG meritano di essere percorse, sono molto tecniche e si articolano su placche di roccia grigia compatta. Considerate che altrove potrebbero venire gradate come 5a...
Placca del Bodrigotto, 5a una superba via che percorre l'aereo spigolo di sinistra di questa placca. La partenza è sbilanciante e regala una certa sensazione di vuoto. Non abbiate fretta di spostare le mani e osservate bene gli appoggi per i piedi: qui è necessario spalmare, caricare e spingere senza troppe esitazioni! E se, calandovi da questo tiro, guardate la via subito a destra, provate il suo passo chiave: siamo sul 6a/6a+... esigente!
Appia Antica, 5b una volta gradata come quarto, questa bella placca a reglette ha sempre messo a dura prova ogni climber che si cimentava sottovalutando la difficoltà espressa numericamente. Un po' di forza fisica all'inizio è necessaria e le tacche successive richiedono un discreto adattamento al tipo di presa.
M.A.R. 5c, sovente utilizzata come via di riscaldamento, offre un divertente spigolo a buone prese con un tettino a metà che vi impegnerà a dovere, la cui uscita è meno complicata del previsto (se riuscite a trovare subito la presa risolutrice). Tenete duro ancora per pochi metri poiché un buon riposo è assicurato, utile prima del passo finale che si articola su un muretto a tacche nette per le dita.
Spostiamoci ora più in su nella valle, e precisamente in Valsermenza: una falesia su tutte, evergreen in assoluto, è sicuramente la "Ronco" , conosciuta anche come falesia di Fervento. Regno incontrastato del sesto grado, di facile accesso e comoda per muovere i primi passi su roccia possiede, a nostro parere, alcuni tiri di quinto grado molto belli.
Kiki Riaquele, 5c è una di queste: trentacinque metri di muro verticale su ottima roccia lavorata, condita di buone prese. Si "sbraccia" al punto giusto nella prima parte e si continua poi su fessure, piccoli diedri e brevi placche.
Deborah, 5c al settore "Bocciati" regala due piacevoli passi fisici ideali per i più forzuti. Il tetto iniziale ricorda un ristabilimento su masso e la breve fessura successiva deve essere impostata correttamente, se non si vuole incappare in un bel resting.
Il ritorno di GASS, 5c/6a è situata nel settore "Asilo", costellato di vie didattiche e no big, recentemente rivalorizzato. La via, dopo una tecnica e ruvida placca, ideale per testare la tenuta delle vostre scarpette, termina con un passo finale su "graspole" e reglettine tutt'altro che banale.
Falesia dell'alpe Seccio: anche se il posto è un po' "imboscato" e, a torto, dimenticato, la parete riserva belle arrampicate su ottima roccia. Se solo i climbers non si facessero spaventare da qualche minuto in più di marcia a piedi... Il settore destro garantisce tiri compresi tra il 5c e il 6a, senza sconfinamenti in gradi più elevati.
Secciò voglia salgo, 5c e Calimero, 5c sono vie di placca che danno filo da torcere all'arrampicatore, sollecitando al massimo la tenuta sui piedi. Entrambe sono vie di 30/35m di sviluppo, con caratteristiche simili: la prima ha un passo singolo nel traverso a destra, mentre la seconda offre un'arrampicata più continua su placca.
Sempre in Valsermenza, menzioniamo anche il Sas Balma 2 (o "Masso delle antenne") in frazione Ronchi, poco sopra Boccioleto.
Satan, 5c è una via meritevole, la cui partenza è situata nell'enorme spaccatura che divide in due parti il masso. Ad un suggestivo camino fa seguito una bella placca costellata di buchi e quarzi. Sono necessarie buone doti di "acrobazia" e una tecnica appropriata per affrontare la salita nel migliore dei modi. Peccato che questa sia l'unica via facile della falesia.
Concludiamo il giro fra i tanti itinerari di quinto grado con un tiro presente nella rinnovata falesia del "Fun'd'Scotte" di Alagna.
Maiali, 5c è una bella via articolata su roccia granitica: dopo un breve muretto a tacchette nette per le dita, prosegue con un breve e facile traverso su placca che conduce al diedro terminale. Qui l'arrampicata diventa più fisica, condita però da ottime prese per le mani. Questo itinerario si rivela utile per dare una sbirciatina alle vie di 6a poste più a sinistra e convincersi così a provare anche questi tiri, molto belli e tecnici.
E con quest'ultima via terminiamo il nostro tour fra i tiri di quinto grado valsesiani. Abbiamo applicato una dura selezione, tralasciando alcune vie situate in falesie di tutto rispetto. Possiamo menzionare la falesia "Ai Saleé" di Carcoforo, dove ci sono solo vie di quinto grado, ottimamente attrezzate, su roccia eccellente a quarzi e buchi, la piccola falesia del "Belvedere" a Campertogno o "La California", situata nei pressi dell'Alpe Meggiana.
Ma questa è un'altra storia e di queste pareti avremo modo di parlarne ampiamente in un futuro non troppo lontano.
Buone arrampicate a tutti!!
]]>Buona lettura...
"Roccia e Mistero" di Dino Deiana
Salendo la strada che porta ad Alagna, giunti all'altezza di Quare bivio per Rassa si nota l'evidente sperone dove termina la parete Calva. Molti a questo sperone attribuiscono sembianze di volto umano e forse non a torto, considerando la storia e l'alone di mistero di cui questo luogo è portatore. La parete vera e propria si può notare benissimo da Piode. E' un anfiteatro di granito con forma di trapezio rettangolare, ha una base di circa 500m ed è alta circa 200m. L'esposizione a sud e la sua forma, che la ripara dalle correnti fredde, bastano a far si che con un pur minimo sole la temperatura raggiunga livelli gradevoli.
E' la prima parete vera e propria che si incontra salendo in Valsesia. Forse è per questo, proprio perchè è impossibile non notarla, spoglia dagli alberi di cui la terra circostante è ricca, che qualche viandante dei secoli addietro l'ha battezzata col nome che ci è noto, prendendo magari spunto da un problema estetico che l'affliggeva. Ma per esserne certi bisognerebbe correre indietro nella storia. Ci è noto, infatti, che nei primi anni del 1300 Fra Dolcino si rifugiò nel pianoro sommitale alla parete Calva per sfuggire ai suoi inseguitori. Il Pian dei Gazzari porta infatti questo nome perchè per circa un anno qui si rifugiarono i seguaci di Dolcino così chiamati. E' un punto strategico eccezzionale, facilmente difendibile da eventuali attacchi e da cui si possono controllare le mosse del nemico.
Anche alpinisticamente questa parete ha la sua storia avvolta di mistero.
Nel nostro ambiente corrono voci che in molti si era cercato di scalarla ma senza buoni risultati. Tempo fa una lettera anonima è stata recapitata a Martino dicendo che la nostra via non era la prima ma che già nel '36 qualcuno aveva salito la parete. Noi durante la nostra prima ascensione abbiamo trovato dei vecchi chiodi in un canalino marcio e impraticabile a chi ha coscienza alpinistica. Può darsi che allora fosse praticabile, ma l'erosione dell'acqua ha oggi cancellato la possibilità di una salita sicura. Questo canalino termina sotto a degli strapiombi per cui gli ipotetici salitori debbono aver raggiunto il pianoro sommitale attraverso delle cengie che in quel punto tagliano la parete verso sinistra.
Spinto da tanto mistero toccò anche a me arrivare alla base della parete per studiare qualche punto debole ma tornai a casa molto scettico sulle possibilità di ottenere buoni risultati in una ipotetica sfida con quegli strapiombi lisci e compatti. Tempo dopo, seppi che anche il mio amico Martino aveva avuto i miei stessi propositi. Unimmo le nostre forze e in un freddo mattino di novembre, con molto pessimismo in corpo, andammo all'attacco. Subito la parete si mostrò povera di appigli e fessure, da farci cambiare itinerario parecchie volte. ci volle molta umiltà per portare a termine il nostro progetto. Se "lei" era coriacea, noi non volevamo essere da meno. Al terzo tentativo riuscivamo a portare a termine la salita in arrampicata libera e con mezzi tradizionali. Per ben due volte tornammo a casa con la luce delle pile frontali e con molte spine in corpo, e non erano solo spine di rovo, quelle...!
Er il 19 febbraio 1984, quando visitammo per la prima volta il Pian dei Gazzari salendo per quell'imprendibile parete. In quei posti che videro uomini che sacrificarono la propria vita per i propri ideali di libertà e che influenzarono non poco la storia religiosa e politica di quei tempi, ci siamo sentiti obbligati di dedicare la via a Fra Dolcino.
Per noi, io e Martino, questo luogo ha qualcosa di sacro e parlando con molta gente abbiamo percepito un alone di religiosità nelle parole di queste persone. Vorrei invitare chi vi si reca ad avere rispetto per l'ambiente incontaminato che troverà, se non rispetto religioso almeno un rispetto ecologico.
La seconda via che in questa parete abbiamo tracciato, anche se tecnicamente più difficile della prima, l'abbiamo percorsa in tempi più brevi e con uno spirito diverso da quello che ci coinvolgeva nella prima salita. Solo una volta siamo tornati a casa respinti da un'impossibile chiodatura "sicura" in una placca compatta e repulsiva. Ma un caldo mattino di novembre questa volta ci ha resi ottimisti e coraggiosi e quel senso di pace e tranquillità, necessari per queste cose, ci veniva dai bellissimi colori autunnali da cui era dipinta la valle intorno a noi.
La placca che ci respinse venne superata non senza difficoltà, con una spontanea chiodatura costellata di acrobazie e imprecazioni e anche il seguito non fu da meno: ma, come vi ho già detto, quel giorno c'era un qualcosa di magico che ci circondava e ci fu impossibile tornare a casa senza aver concluso l'itinerario propostoci. Fu in una sosta in cui ero quasi appeso a due friends che gridai a Martino che la via andava a finire in quella di Fra dolcino e lui prontamente, in uno slancio di fantasia mi rispose: allora la chiameremo "Margherita va da Dolcino".
E così fu che venne battezzata la seconda via che percorre la parete Calva.
Adesso abbiamo interrotto l'alone di mistero alpinistico che avvolgeva questa parete. C'è l'alone storico che rimane ma quello non è compito nostro risolverlo, anche se ci piacerebbe saperlo risolto dagli storici e che giustizia fosse fatta su Dolcino e la sua gente.
Dino Deiana
La falesia di Quare si trova poco distante dalla frazione omonima, sulla strada che conduce a Rassa, a 750m di altitudine. Situata vicina alla carreggiata, rimane però al riparo dagli alberi e ha un accesso di ben cinque minuti! Se in primavera o in estate avete solo mezza giornata a disposizione, questa parete fa al caso vostro: parcheggiate l'auto negli evidenti spiazzi in prossimità delle prime case, continuate sulla strada asfaltata per poche centinaia di metri e, all'altezza di un caseificio, imboccate il sentiero a destra che in breve vi condurrà alla base della parete.
L'arrampicata si svolge in prevalenza su muri verticali e strapiombanti, dove la dimensione degli appigli è sovente buona (lame, tacche e alcune fessure): ne deriva così una progressione sempre atletica anche sulle vie più facili.
La chiodatura è ottima a fix inox da 10mm e soste con moschettone (Raumer); i nomi e i gradi delle vie sono scritti alla base; quelle da noi consigliate sono:
Annacquare | 6a + | breve “sditata” iniziale e poi buone prese |
Howowart | 6a + | “lamoni” atletici |
Quaresting | ? | duro passo di dita |
Quaresima | 6c | fessura atletica |
De first | 5c | bella e facile placca di riscaldamento |
Il diedro non vale | 6b+ | solo sulla placca è un bel viaggetto |
Sauria | 7a/b | una bella e saporita salita... |
Prima che sopraggiunga l'inverno, magari durante una soleggiata mattinata autunnale, una visita è d'obbligo.
Buone arrampicate a tutti!
]]>Blocchi belli atletici e selettivi al punto giusto, tracciati dallo staff dell'associazione ClimbOne, hanno permesso di accedere alle fasi finali a sei atleti della categoria maschile, due atlete della femminile e a due ragazzine delle categorie giovanili.
Le donne sono state le prime a partire sullo spettacolare percorso di finale, opera del tracciatore Internazionale Alberto Gnerro: come nelle grandi competizioni, tifo da stadio per le giovani Giada Zampa e Valentina Chilò, che hanno dato dimostrazione di una buona preparazione atletica e per le "veterane" Sandra Castelli e Isabella Gonnet.
Dopo un breve stop per modificare il percorso e una veloce ricognizione, è stato il turno degli ultimi finalisti: grande prova di Filippo Lorena che, trovando la giusta posizione tra due volumi e impostando una sequenza di movimenti dinamici, è riuscito a portarsi avanti nel boulder e in testa alla classifica generale. Dietro di lui seguono a ruota Davide Borelli (vincitore nella passata edizione) e il giovane Camillo Vigezzi.
Ringraziamenti doverosi al Comune di Rassa, all'associazione ClimbOne e a tutti i volontari che, con il loro impegno e lavoro, hanno contribuito al successo di questa edizione dei Teva Extreme Games 2008. Arrivederci all'anno prossimo!
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CATEGORIA MASCHILE | |||
Posizione | Cognome e nome | Associazione | Punti qualificazioni | Posizione finale |
1 | Lorena Filippo | Arrampicando | 923,16 | 1 |
2 | Borelli Davide | Arrampicando | 923,16 | 2 |
3 | Vigezzi Camillo | Run Out | 1560,06 | 3 |
4 | Cavazza Alessandro | Run Out | 1923,16 | 4 |
5 | Fenaroli Roberto | ClimbOne | 851,73 | 5 |
5 | Zanone Andrea | Run Out | 756,49 | 5 |
6 | Andreoletti Teto | ClimbOne | 798,16 | |
7 | Borelli Giorgio | Arrampicando | 756,49 | |
7 | Nicolini Zani Gabriele | Arrampicando | 756,49 | |
9 | Pascadopoli Daniele | ClimbOne | 726,73 | |
10 | Barberis Alberto | Arrampicando | 568,18 | |
11 | Sarasso Luca | Arrampicando | 443,18 | |
12 | Masento Mattia | Run Out | 411,71 | |
13 | Avanzi Davide | ClimbOne | 340,28 | |
13 | Ferrari Fabio | Arrampicando | 340,28 | |
13 | Perolio Alberto | ClimbOne | 340,28 | |
13 | Tamilla Andrea | ClimbOne | 340,28 | |
13 | Zanone Pierre | Run Out | 340,28 | |
18 | Bozzo Riccardo | Arrampicando | 203,92 | |
19 | Aleppo Nicola | ClimbOne | 158,46 | |
19 | Dragone Marco | Arrampicando | 158,46 | |
21 | Buturca Adrian | Run Out | 0 | |
21 | Vicario Raffaele | ClimbOne | 0 | |
CATEGORIA FEMMINILE | ||||
Posizione | Cognome e nome | Associazione | Punti qualificazioni | Posizione finale |
1 | Castelli Sandra | Arrampicando | 340,28 | 1 |
2 | Gonnet Isabella | Bside | 340,28 | 2 |
3 | Bruni Elisa | Arrampicando | 83,92 | 3 |
CATEGORIA GIOVANILE FEMMINILE | ||||
Posizione | Cognome e nome | Associazione | Punti qualificazioni | Posizione finale |
1 | Zampa Giada | Run Out | 560,06 | 1 |
2 | Chilò Valentina | Run Out | 554,57 | 2 |
]]>
Categoria maschile
1- Lorena Filippo (Arrampicando)
2- Borelli Davide (Arrampicando)
3- Vigezzi Camillo (Run Out)
4- Cavazza Alessandro (Run Out)
5- Fenaroli Roberto (Climb One)
5- Zanone Andrea (Run Out)
Categoria femminile
1- Castelli Sandra (Arrampicando)
2- Gonnet Isabella (BSide)
3- Bruni Elisa (Arrampicando)
Categoria giovani
1- Zampa Giada (Run Out)
2- Chilò Valentina (Run Out)
A breve report, foto e classifiche complete. Altre news sul sito del Comune di Rassa.
]]>Anche quest'anno verranno organizzate le gare di kayak, downhill mtb, skyrace e bouldering, nonchè una serie di attività sportive dimostrative che vanno dall'extrem trekking al parapendio, alla pesca sportiva...
E per quanto riguarda l'arrampicata, rappresentata dalla specialità del bouldering, per l'edizione 2008 raddoppia la struttura di arrampicata, con nuove pareti e nuovi profili. La gara, prevista per domenica 11 maggio, avrà inizio alle 10:00 per concludersi nel pomeriggio con le finali. Il programma dettagliato lo trovate sul sito del Comune di Rassa.
Non mancate!
]]>La domenica, nonostante una rinfrescata mattutina, il clima si è fatto più caldo in occasione della gara, cui hanno partecipato una trentina di arrampicatori. Differenziati in quattro difficoltà crescanti, gli itinerari tracciati hanno messo a dura prova i concorrenti, impegnandoli in una serrata lotta per la conquista di posizioni in classifica.
La finale ha premiato l'esperienza e la preparazione degli atleti ed ha coronato vincitore della gara di boulder dei Teva Extreme Games 2007, Davide Borelli, che non senza eleganza si è portato al top del tracciato; il secondo posto è rimasto in famiglia con Giorgio Borelli, mentre la terza posizione è stata occupata a parimerito da Roberto Fenaroli e Stefano Andreoletti. La classifica femminile ha premiato invece Patrizia Bondetti, prima ed unica concorrente della specialità.
A nome degli organizzatori mi faccio portavoce per un ringaziamento a tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione e coloro che, con il loro aiuto e lavoro, hanno permesso la realizzazione dell'evento.
L'appuntamento è per l'anno prossimo, con una nuova edizione dei Teva Extreme Games 2008.
]]>L’esibizione ha visto nella giornata di sabato diversi partecipanti impegnati nella risoluzione di alcuni tracciati in preparazione della gara che si è tenuta l’indomani e che ha visto la partecipazione di numerosi climber locali.
A partire dalle 9:00 i boulderisti hanno cominciato a misurarsi con i tracciati di gara, circa una decina, di difficoltà crescenti che non hanno risparmiato le energie e le braccia degli arrampicatori: una dura selezione ha portato alla definizione dei tre soli finalisti, per aggiudicarsi la gara-spettacolo di Valsesia Boulder ’06.
Intorno alle tre del pomeriggio si è disputata la manche finale, lungo un tracciato inedito appositamente studiato dai tracciatori designati: Pippo, Marco e Jorge, che ha visto impegnati Fena, Baga e Gabbi. Il tracciato è stato affrontato per tre volte dai finalisti, sotto il commento di Gnagno e gli incitamenti dei compagni e del pubblico, ed ha visto vincitore Fena, cui seguono Gabbi e Baga.
La gara svolta ha avuto carattere puramente dimostrativo: l’intenzione dell’iniziativa è stata quella di presentare al pubblico intervenuto a Rassa l’arrampicata, in una delle sue più spettacolari forme, ed a giudicare dall’entusiasmo del pubblico e degli intervenuti il risultato è stato pienamente ottenuto, l’appuntamento è rimandato quindi al prossimo anno.
Altre informazioni le trovate sul sito di Rassa
]]>