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Dopo lo sbarco… il primo attacco!

Il freddo dell'inverno spinge i possenti avambracci, ancora bisognosi di fatica a temperature più miti, a colmare la propria sete di ghisa sulle rinomate pareti di Finale Ligure. Prendi una bella idea, un gruppo di amici e tanti metri di corda, shakera il tutto e ti ritrovi lì a percorrere 200 km su macchine stracariche per raggiungere l'ambita meta.

Raggiunto il casello si presenta il bivio delle falesie; sono tante e tutte splendide! Quelle nuove, quelle strapiombanti e quelle legate all’antica storia di Finale. Qui un gruppo più numeroso si cimenta sui nuovi tiri della “placca dei Maleducati”, mentre i più forti, quelli che si tengono veramente, si portano sotto il grande “surplomb di Perti”.

La giornata è calda, l’aderenza migliora col calar del sole quando ormai le dita sono stanche e consumate dalle piccole gocce di calcare che si mischiano alle gocce di sangue lasciate sui polpastrelli.

C’è chi prova un tiro, chi le prime cadute, chi persevera con la sua continua sfida contro la gravità… e chi si fa corrompere dalla morosa che si sente troppo vicina al mare per provare la stessa passione di un Climbone doc di fronte alla bellezza di un muro così schiacciante.

La sera porta la brezza marina dentro le valli rocciose, gli strati della pelle sono ormai al limite, è ora di porre fine alla parte tanto faticosa quanto emozionante della giornata per lasciarsi andare a quella goliardica!
Si inizia a bordo strada, con un aperitivo veloce che fa nascere sempre nuove amicizie.
Ma è davvero solo l’inizio, perché i chioschi dell’Antico Borgo sono davvero molti!

Le bottiglie si stappano in fretta, troppo in fretta per essere poche, perché l’attesa del resto della ciurma è ancora tanta!
Scoccate le 21, è ora di asciugare il prelibato bacco ligure con un’abbondante cena in un apprezzato agriturismo dalla cucina locale.

Gli stanchi avambracci sentono la necessità di proteine, ampiamente ripagati dagli abbondanti piatti. Il vino scorre a fiumi e accompagna i racconti di grandi salite passate e di progetti che verranno.

La notte stellata della riviera ci lascia sperare in uno splendente domani cui mancano ormai poche ore; le prime luci provano invano a svegliarci, ma ciò che ci desta del tutto è la voglia di scalare. Colmiamo così i nostri desideri dirigendoci verso la vicina Albenga.

Grandi pance calcaree hanno lasciato spazio a infiniti muri strapiombanti, disegnati dalle canne, dove il nostro Climbone può provare a chiudere fino alla tasca!

La fine è la solita, e tra i festeggiamenti si comincia già a pensare al week end che viene.

 

Arrivederi alla prossima gita dei Climboni quando lasceremo da parte le grandi pareti per ancor più possenti massi!

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